13 novembre 2014

Un pomeriggio di pioggia visto tra i fili di una rete




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Sentirsi così protetta in una giornata piovosa di autunno, permettendosi quell'abbandono dolce e nostalgico, osservando il mondo da dietro i vetri, mentre ti culla la soave musicalità delle gocce che cadono.......Che enorme "piacere"!!!!  
E' così facile rimanere immobili e in silenzio ammirando l'attività instancabile della natura....un po' più difficile è guardare attraverso di essa e ancora di più è rispettarla.

 Con quale pazienza e costanza il ragno tesse le su tele che puntualmente noi distruggiamo.....pero eccolo lì ricostruendo o riparando nuovamente, e ogni volta è una nuova opera d' arte, trasparente, sottile e unica   

Tra reti tesse che si caricavano di pioggia, brillando nel tramonto ed il pensiero che ognuno di noi è vittima della sua propria rete, non poteva non venire a galla  Friedrich Nietzche con le su parole in "Umano, troppo umano": 
  " Tutto ciò che è abituale intesse intorno a noi una rete di ragnatele che diventa sempre più salda; e ben tosto ci accorgiamo che i fili sono divenuti corde e che noi stessi vi stiamo in messo come un ragno che vi si sia impigliato e che debba nutrirsi del suo stesso sangue.  Perciò lo spirito libero odia tutte le abitudini e regole, tutto ciò che è durevole e definitivo, perciò lacera sempre di nuovo, con dolore, la rete intorno a sé; benché in conseguenza di ciò sia destinato a soffrire numerose, piccole e grandi ferite, giacché quei fili egli li deve strappare da sé, dal proprio corpo, dalla propria anima. Egli deve imparare ad amare là dove prima odiava, e viceversa"......
 

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