La prima volta che ho visto dei rami di lunaria, già secchi, in tutto il loro splendore è stato a casa di due simpatici nonni addottivi, Nerina e Giancarlo, i quali avevano un delizioso giardino.
Avevo circa 22 anni, ma la mia passione per il giardinaggio era già molto latente, tanto, da farmi descrivere e spiegare tutto su questa pianta e su come coltivarla.
Ci sono voluti molti anni prima di potere mettere in atto quegli insegnamenti e di vederli fiorire!
La lunaria annua, detta anche Lunaria Biennis essendo una pianta biennale, è conosciuta, per i suoi caratteristici frutti color argento madreperlaceo, con diversi soprannomi: Moneta del Papa, Occhiali del Papa, Medaglioni del Papa; mentre spostandoci all'estero scopriamo che in Olanda viene chiamata Moneta di Giuda, come ben si può capire in riferimento ai denari in argento da lui ricevuti e nell'Asia del sud-ovest invece è chiamata Albero dei Soldi.
E' una pianta erbacea appartenete alla famiglia delle Crucifere - Brassicaceae, per intenderci, la stessa dei cavoli, se ci fate caso le struttura delle infiorescenze sono molto simili fra loro.
Questa pianta è stata ignorata e dimenticata per molto tempo, adesso dobbiamo fare di tutto per farla ritornare in vita, considerato che non chiede troppe cure ed attenzioni, essendo una pianta rustica, ed una volta attecchita crescerà negli anni da sola, grazie alla facilità con cui si dissemina, ottenendo una densa colonia.
Secondo l'enciclopedia, siamo ancora in tempo per seminare la lunaria nei semenzai e, ad autunno, le potremmo poi trapiantare sul terreno con tutto il terriccio.
Mentre fine luglio ed agosto sono i mesi indicati per seminarla direttamente sul terreno, eliminando successivamente le piantine in eccesso.
Le piantine da poco germogliate, che qui vedete, sono il risultato della semina realizzata tantissimi anni fa, seguendo le indicazioni ricevute da ragazza:
A gennaio, durante i giorni di luna crescente, ho messo della torba in ogni cella del semenzaio, sulla superficie ho sistemato 3 semi distanziati tra loro, li ho ricoperti con un velo di terriccio compattandolo leggermente ed infine li ho innaffiati con un nebulizzatore. Ho collocato i semenzai nella serra, mantenendo il terriccio sempre umido, senza mai eccedere e senza creare dei ristagni d'acqua.
Nelle prime giornate di sole di marzo ho scelto come dimora un posto parzialmente ombreggiato, preparando il terreno e rendendolo leggero, soffice e ben drenato. Una settimana dopo ho trapiantato le piantine di lunaria distanziandole, le une dalle altre, di circa 40-50 cm, tenendo ben presente che crescendo ogni pianta può arrivare a raggiungere il metro di altezza (il primo anno non ve lo aspettate!!!) con un portamento piramidale .
Grazie alla sua rapida crescita, a fine aprile, inizio maggio hanno cominciato a regalarci i primi fiori viola-purpureo, non so se le più felici erano le api o io!? Comunque, tra le lunaria annua vi sono altre varietà tra cui la "Foliis variegatis" che ha i margini delle foglie bianche e i fiori cremisi; se la trovate potete darmi i semi?! Grazieeee 💖
Appena le lunaria hanno cominciato a sfiorire sono comparse le silique, che altri non sono che i grandi frutti piatti ovaidali, riunendosi in steli ramificati eretti e semi penduli.
Inizialmente il colore delle silique è verde e si intravedono al loro interno i semi; con il passare dei giorni il loro colore muta, dal giallino al marroncino; a vederle sono proprio dei brutti anatroccoli.
Siamo arrivati a giugno e lentamente i frutti, le foglie e gli steli cominciano a seccarsi, ma non per questo ho smesso di innaffiarle mantenendo il terreno umido.
A luglio, quando tutta la pianta si è seccata totalmente e prima che le silique si aprissero rilasciando i semi, e solo allora, ho reciso alla base il setto intero della pianta, lasciando sempre nell'aiuola diverse piante che da sole ripeteranno il loro ciclo l'anno successivo.
Ed oggi sono proprio qui, seduta nel mio giardino iniziando il vero ed unico lavoro per far venir fuori la maestosità della lunaria:
Prendo un ramo singolo alla volta, stando attenta che non si intreccino tra loro, tolgo prima le foglie secche, ogni impurità e le silique molto rovinate ed infine, con molta delicatezza e armandomi di pazienza, prendo ogni siliqua con il pollice e l'indice e li sfrego per togliere le due membrane che ricoprono, insieme ai semi, il diaframma centrale, portando alla luce la sua trasparenza madreperlacea.
Ripeto la stessa operazione per ogni altra siliqua e ancora per ogni altro ramo.
I semi naturalmente li ho raccolti tutti; una parte li regalerò, altri li metterò da parte, chiusi in bustine di carta e li conserverò in un luogo asciutto, perché sto scoprendo tante novità sul loro utilizzo.
Questo e altro ancora sarà da trattare prossimamente in un altro capitolo molto vasto, perché c'è ancora tanto da dire sulle proprietà e li utilizzi di questa straordinaria pianta. E anche perché devo ancora fare tanti esperimenti prima di parlarne.
Adesso ho finito completamente il mio lavoro e ...
ecco qui il cigno en toda la sua bellezza!!!
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